CONOSCERE...." TRILOGIA NUTRIZIONALE "



Un Nuovo e Innovativo metodo che cambierà

la tua Vita!

Finalmente ADDIO all'OBESITA' e all'effetto YO-YO

Salute e Benessere.....
.....con gusto e sfiziosita'



















lunedì 22 ottobre 2012

DOLCETTO O SCHERZETTO????

LA TORTA DELL'AUTUNNO...SANA GENUINA MA SOPRATTUTTO GOLOSA!!!! TORTA CON FARINA DI GRANO SARACENO CON PERE E CIOCCOLATO!!!

ZUCCA NON SOLO HALLOWEEN!!!!



OTTOBRE IL MESE DELLA ZUCCA RICCA DI VIT. A E BETA CAROTENE OTTIMA PER LA PELLE E COME ANTI OSSIDANTE! LA RICETTA DI QUESTA SERA: MEZZE PENNE DI KAMUT TRAFILATE A BRONZO CON ZUCCA , POMODORINI SECCH DELLA SICILIA I E PINOLI TOSTATI! SANA E GUSTOSA!!!!!

venerdì 19 ottobre 2012


GLI ANTIBIOTICI A TAVOLA- Il Corriere della Sera in un articolo del 3 marzo 2010 riportava che ogni anno un consumatore medio di carne ingerisce a sua insaputa quasi 9 grammi di antibiotici, l’equivalente di quattro terapie antibiotiche.

Se si considera che per produrre un kg di carne vengono impiegati circa 100 mg di antibiotico, non si può ignorare la possibilità che, qualche volta, i farmaci antibiotici possano restare nei tessuti animali fino ad arrivare nel piatto.

QUALI SONO I RISCHI PER LA SALUTE?- Secondo l’European Food Security Authority capita spesso chetramite la carne l’uomo venga a contatto con batteri immuni agli antibiotici e ciò potrebbe provocare alla lunga alcuni disturbi intestinali insieme al rischio della totale inefficacia di alcuni antibiotici, qualora vi fosse la necessità.

In pratica a causa dell’uso massiccio di antibiotici negli allevamenti intensivi, la maggior parte dei batteri vengono sconfitti ma qualche piccolo superbatterio, resistente agli antibiotici, sopravvive per poi diffondersi nella carne.

Di conseguenza, una volta ingerita la carne, soprattutto se non ben cotta, il consumatore può incorrere in qualche malattia e avere notevoli difficoltà a sconfiggerla tramite i comuni antibiotici, proprio a causa della resistenza di alcuni batteri alle cure antibiotiche, rischiando così conseguenze fatali.

Tra i batteri che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici annoveriamo: la Salmonella, lo Staphylococcus aureus, il Campylobacter coli e l’Escherichia coli che provoca colite emorragica e insufficienza renale.

La resistenza agli antibiotici è motivo di preoccupazione nella comunità scientifica e tra i responsabili delle politiche, proprio perché la possibile e conseguente inefficacia dei trattamenti diretti contro determinati batteri, rappresenta un grave rischio per la salute pubblica e un peso in più che va a gravare su un sistema sanitario già in affanno, un po’ in tutto il mondo, per le ingenti spese che si trova a sostenere.

Tuttavia, vista l’importanza della sicurezza alimentare, le autorità responsabili delle politiche hanno il compito di individuare ogni potenziale rischio per i consumatori e di ridurre, tramite azioni di controllo, il rischio associato allo sviluppo di resistenza agli antibiotici, così da garantire quanto più possibile la sicurezza e salute dei consumatori.

mangimi

MEGLIO IL BIOLOGICO?
- Secondo una ricerca effettuata dalla rivista tedesca Öko-Test sulle percentuali di antibiotici che si utilizzano negli allevamenti di tacchini, sulle conseguenze che ciò comporta e sulle pessime condizioni in cui vengono alloggiati e trattati gli animali, cui spesso, per questioni di spazio, vengono amputate le ali e il becco subito dopo la nascita,  sarebbe certamente meglio rinunciare alla carne “convenzionale” preferendole quella  biologica.

Negli allevamenti biologici, comunque non immuni all’uso di antibiotici anche se il trattamento può avvenire una sola volta, gli animali possono stare all’aperto, hanno maggior spazio a disposizione e mangimi di qualità nettamente superiore, quindi la carne è molto più sicura.

COME COMPORTARSI PER PROVARE A RIDURRE QUESTO FENOMENO?- Nonostante in Europa e nel nostro Paese esistano divieti di utilizzo di antibiotici per favorire la crescita degli animali da allevamento, è scontato che finché ai divieti non seguiranno severi controlli, gli allevamenti continueranno, senza troppi problemi, a non rispettare le regole.

I consumatori dal canto loro, soprattutto oltre i confini europei, possono dare un contributo significativo, per porre fine all'uso di antibiotici sugli animali, facendo la spesa presso le macellerie e i supermercati che vendono solo carne non allevata con gli antibiotici o, in ogni caso,  affidandosi alle etichette alimentari e prestandovi grande attenzione, possono scegliere di acquistare il prodotto biologico, scartando quello convenzionale.

I supermercati, invece, potrebbero basare la loro politica aziendale sulla scelta di vendere solo prodotti biologici evitando di acquistare la carne di animali nutriti con antibiotici.

Anche la Commissione per l’Agricoltura si sta muovendo a riguardo, infatti, ha proposto alcune linee guida che prevedono una corretta analisi dei dati relativi alla vendita di antibiotici per uso veterinario, una maggiore ricerca sulle alternative esistenti all’uso di antibiotici negli allevamenti, un necessario monitoraggio della resistenza agli antibiotici negli animali e, soprattutto, una migliore formazione e informazione dei veterinari e degli agricoltori.